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Scuola Estiva 2022: note sul tema della tecnica

In forma di note sul tema della tecnica pubblichiamo qui di seguito il testo di presentazione dell'antologia che sarà consegnata ai corsisti della Scuola Estiva 2022. Per iscriverti e sostenere il progetto: clicca QUI

Dopo la scienza (epistème), che è stato il tema della Scuola Estiva dello scorso anno, il percorso prosegue con l’intento di mettere a fuoco il concetto di tecnica. Temi e problemi già discussi torneranno d’attualità. Ormai viviamo in un mondo in cui la linea di confine tra sapere e fare si è assottigliata e il binomio che abbiamo costantemente sotto gli occhi è quello della tecno-scienza.

Com’è noto, la parola ‘tecnica’ traduce il termine greco téchne, riducendone via via il contenuto semantico. Se nel pensiero antico che precede Platone, il senso generale di ‘tecnica’ non è distinguibile né dalla scienza né dall’arte «né da qualsiasi procedimento o operazione adatto a raggiunegere un effetto qualsiasi» (Dizionario di filosofia, Nicola Abbagnano), adesso la tecnica è innazitutto lavoro.
In questo senso, la tecnica si distingue dall’arte, considerata inutile a meno che non sia organizzata come un’industria. Invece, ingaggia un rapporto ambivalente con la scienza, a un tempo estranea e familiare. La tecnica come lavoro si distingue dalla scienza perché non è un sapere contemplativo, ma proprio per questa ragione è in grado di allearsi con essa, mutandone lo statuto. La tecnica diventa il fine della ricerca scientifica e la scienza è sempre più un sapere applicato e finalizzato alla produzione.

Gilbert Simondon ha dedicato alla tecnica pagine splendide, in grado di offrirci mezzi e strumenti con cui immaginare l’emancipazione della tecnica dal lavoro, separare la macchina dall’oggetto tecnico, ripensare il rapporto tra la tecnica e la natura, a partire dalla natura dell’uomo: «Fino ad oggi, la realtà dell’oggetto tecnico è passata in secondo piano dietro quella del lavoro umano. L’oggetto tecnico è stato appreso attraverso il lavoro umano, pensato e giudicato come strumento, ausilio o prodotto del lavoro. Ma occorrerebbe, a vantaggio dell’uomo stesso, poter operare un rivolgimento che permetterebbe a ciò che vi è di umano nell’oggetto tecnico di apparire direttamente, senza passare attraverso la relazione di lavoro. È il lavoro che deve essere conosciuto come fase della tecnicità, non la tecnicità come fase del lavoro, poiché è la tecnicità ad essere l’insieme di cui il lavoro è una parte, e non il contrario» (Du mode d’esistente des objects techiniques, Conclusion).
 
Questa antologia raccoglie i testi fornti dai relatori e dalle relatrici per i laboratori della XIII edizione della Scuola estiva di altra formazione in filosofia “Remo Bodei” di Roccella Jonica.

Angelo Nizza

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