Con il tema della Cura inauguriamo quest’anno un progetto che ci accompagnerà fino al 2026 e che avrà in Materia il secondo termine di riferimento della nostra riflessione. È la materia viva come limite immanente della realtà il soggetto e insieme l’oggetto della cura. Per questa via la sfida è quella di ragionare sulla coppia cura/materia nella forma di una interdipendenza reciproca, di un chiasmo: l’una implica l’altra e viceversa.
Chiediamoci allora in prima battuta che cosa bisogna intendere con ‘cura’: l’occuparsi di sé che si esercita attraverso la conoscenza introspettiva oppure l’attività teorica e pratica con cui ci alleniamo ai diversi usi della nostra vita? E se la cura è una specie di training preparatorio alle sfide dell’esistenza, sia in senso individuale sia in senso collettivo, allora la cura non è contemplazione, è riproduzione.
Nella filosofia contemporanea il tema della cura è centrale nei lavori di Heidegger e Foucault e nel pensiero femminista: che rapporto c’è con l’epimeleia degli antichi? E quale significato ha la cura nel XXI secolo di fronte alla questione della giustizia socio-ecologica?
Una volta sganciata dalla sfera privata e domestica, ci convince il fatto di attribuire alla cura un senso etico-politico in grado di rappresentare il criterio utile a resettarci. La cura oggi come alternativa al consumo e alla distruzione, la cura come parola chiave per rifiutare la guerra e come strumento per attraversare i conflitti del mondo presente e per lavorare alla pace.