
24/07/25 ore 9.30
ex Convento dei Minimi
La cura in Aristotele: tra coltivazione, venerazione, ornamento e corteggiamento
Con questo contributo ci si propone di fare un viaggio tra le parole greche della cura (epimeleia, melete, therapeia, pharmakeia), facendo alcune soste lungo le loro pieghe - linguistiche e concettuali - e provando a riflettere sul nesso tra cura (di sé e degli altri), salute e benessere, a livello individuale e collettivo.
Aristotele, che riflette approfonditamente e in molteplici contesti sulle varie articolazioni e declinazioni della cura, nonché sullo statuto epistemologico della medicina, fa della cura uno snodo cruciale - nei due sensi della “cura promotrice” e della “cura riparatrice”, ovvero della care (il “prendersi cura” al fine di non ammalarsi) e della cure (curare/curarsi per tornare in salute), intrecciandola anche alle fondamentali nozioni di phronesis, di paideia, di nomos, e, più in generale, al tema della bellezza, sia sul versante etico sia su quello politico.
Arianna Fermani insegna Storia della filosofia antica all'Università di Macerata. Con Fortunato Maria Cacciatore è direttrice della Scuola di altra formazione in filosofia "Mario Alcaro", organizzata da Scholé nelle Scuole Superiori, ed è membro del comitato di direzione della Scuola estiva di altra formazione in filosofia "Remo Bodei". Il suo maggiore campo di interesse è il pensiero greco, in particolare la linea socratico-platonica e poi soprattutto la filosofia aristotelica. Nell'ambito di questa ricerca ha tradotto per Bompiani (2008) le tre Etiche dello Stagirita. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo Equità e giustizia dal volto umano. Aristotele fra nomos e physis (2023), Concedetemi di diventare bello dentro. Viaggio alato nel Fedro di Platone (2024), la curatela del volume Idee di lavoro e di ozio per la nostra civiltà (2024), Perché leggere ancora Aristotele (2025).